ASSASSINI NATI - NATURAL BORN KILLERS

Scritto da Unknown - 23/03/18
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DATI
Regia: Oliver Stone
Sceneggiatura: Oliver Stone, David Veloz, Richard Rutowski, Rodney Dangerfield
Durata: 118 minuti
Anno: 1994

Voto: 10

L’opera in analisi viene erroneamente considerata un cult in virtù della propria stravaganza. Ho detto “erroneamente” perché attribuirgli tale merito a seguito di una valutazione così superficiale penso sia del tutto inappropriato, così come lo è il (troppo) frequente paragone con “Arancia Meccanica” (1971), perché – nonostante la parità di merito – sarebbe come paragonare i The Doors ai Talking Heads. Ed è assolutamente senza alcun timore che ostento la suddetta parità di merito: mai, e dico mai, mi è capitato di volere a tutti i costi riguardare immediatamente la sequenza di un film durante la prima visione dello stesso. Tale affermazione potrebbe valere per quasi tutte le scene (che chiamo così per convenzione, perché trattasi in realtà di autentici squarci di poesia) di “Assassini nati”, ma faccio riferimento esplicito a quella iniziale (titoli di testa compresi), che non mi attento neppure ad offendere con una descrizione. Questa pellicola di Oliver Stone (dopo le premesse fin qui fatte, c’è forse bisogno di dire che considero “Natural Born Killers” come il suo capolavoro?) ribadisce e sancisce un assunto fondamentale della Settima Arte: non è importante cosa viene comunicato (avrei potuto dire “narrato”, ma il film ambisce – raggiungendolo – a qualcosa di ben più elevato di una narrazione classica, intesa nella stretta accezione del termine), ma come. Ecco perché quest’opera trascende la (a tratti) disturbante violenza che mette in mostra, la cui gratuità altro non è che l’abbaglio di chi non riesce a cogliere la grandezza del complesso. E a far parte di questo complesso è una passione pura e sfrenata mostrata tramite associazioni di immagini e sovrapposizioni di elementi, nonché per mezzo dell’accavallarsi di schemi e il succedersi di modelli: c’è il frequente ricorso a sequenze di animazione e addirittura formidabili slanci sperimentali, come il primo incontro tra i due protagonisti rappresentato come fosse una sit-com televisiva. C’è il bianco e nero che esaspera gli sguardi, ci sono fiamme ardenti e cavalli bianchi in corsa al ralenti che irrompono nell’immagine, cromatismi (si noti in particolare il costante ritorno del colore verde) che (in)seguono gli stati emotivi di Mickey e Mallory, visioni “urlate” e impossibili, personaggi di contorno esaltati e paranoici (da applausi Tommy Lee Jones e Tom Sizemore, magnifico Robert Downey Jr.), momenti di spiazzante follia psichedelica, deliranti atti d’amore puro. Il tutto risponde ad un’alchimia inenarrabile, irripetibile, suprema, forsennata, schizofrenica, vitale, sublimata da una colonna sonora che fa mirabilmente coesistere (tra i tanti) Leonard Cohen, Patsy Cline e Patti Smith. Sceneggiatura di Tarantino, stravolta da Stone (motivo questo di eterno e profondo rancore tra i due cineasti), ma nonostante molti vi abbiano visto molteplici similitudini con schemi e stilemi dei film del regista di “Pulp Fiction” (1994), “Natural Born Killers” assomiglia più a una versione lontana quanto estremizzata di “Cuore Selvaggio” (1990) di David Lynch. Un road movie con un lungo finaleteso fino allo stremo, preceduto da una non trascurabile riflessione sul rapporto tra i media e la (spettacolarizzazione della) violenza; riflessione che si tramuta ben presto in acida critica. Ma guai a giudicare il film solo dal punto di vista di tale tematica, perché essa non è che una delle tante e preziose componenti di una delle più belle storie d’amore delle quali il cinema si sia mai fatto portavoce. Gli elogi sprecati fino ad ora potranno forse sembrare eccessivi per alcuni: non si tratta di un film per tutti, e nonostante sia innegabilmente esplicito e diretto nel dare forma ad ardori, impulsi e sentimenti, non è un’opera facilmente accessibile. C’è chi dinnanzi a pellicole di Béla Tarr, di Cronenberg o di Miyazaki è convinto di trovarsi di fronte al massimo che la Settima Arte possa offrire. Io esprimo invece questo sentore per “Assassini Nati”, invitando chiunque a guardarlo, non pretendendo ma sperando che qualche spettatore provi le stesse inesprimibili sensazioni che ho provato io nel vederlo (o, per meglio dire, nel viverlo) e che magari, estasiato dall’incipit, possa avere lo stesso mio impulso di far partire tutto da capo.

CAST
Woody Harrelson: Mickey Knox
Juliette Lewis: Mallory Knox
Robert Downey Jr.: Wayne Gale
Tommy Lee Jones: guardiano (direttore del carcere) Dwight McClusky
Tom Sizemore: detective Jack Scagnetti
Rodney Dangerfield: Ed Wilson, padre di Mallory
Ed White: cowboy
Richard Lineback: Sonny
Lanny Flaherty: Earl
Edie McClurg: madre di Mallory
Sean Ali Stone: Kevin
Russell Means: vecchio indiano
Arliss Howard: Owen
Steven Wright: dottor Emil Reingold
Dale Dye: Dale Wrigley
Edward Conna: Gerald Nash
O-Lan Jones: Mabel
Lorraine Farris: Mignolo, la prostituta
Everett Quinton: Wurlitzer
Pruitt Taylor Vince: Kavanaugh
Joe Grifasi: Homolka
Robert Swan: vicesceriffo Napalatoni
Louis Lombardi: Sparky
Balthazar Getty: Inserviente al distributore di benzina
Glen Chin: Farmacista
Mark Harmon: Mickey (vers. televisiva)
Corinna Everson: Mallory (vers. televisiva)
Kirk Baltz: Roger
Phil Neilson: padre di Mickey
Sally Jackson: madre di Mickey
Brian Barker: Mickey da giovane
Corinna Laszlo: Emily, la ragazza in ostaggio
Evan Handler: David
Maria Pitillo: Deborah
Jared Harris: ragazzo londinese
Paul Dillon: detenuto che guarda Mickey in tv
Marshall Bell: un secondino
Don Murphy: un secondino

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